Presentazione

Se mi fossero dati altri anni di vita, ne trascorrerei cinquanta a studiare l’Yijing, e forse poi riuscirei a non sbagliare troppo.” –  Confucio, all’età di 70 anni

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Un cordiale benvenuto! 🙂

In queste pagine desidero condividere un’esperienza decennale nella ricerca delle dinamiche e dei significati più profondi del Classico del Mutamento secondo una visione taoista. Yijing è andato formandosi nei secoli come una raccolta delle interazioni e mutazioni di due energie primarie, Yin e Yang, rappresentate inizialmente da dei punti bianchi e neri e, successivamente, come li conosciamo oggi, due semplici segni: linea intera (Yang) e linea spezzata (Yin). Quindi una raccolta di soli simboli.

Sempre considerando la sua antichità, si dovrebbe anche tenere conto che il terreno originario da cui emerge è all’interno di una visione “sciamanica” della vita, in cui non esiste una netta separazione tra uomo e natura (visibile e invisibile), entrambi visti interagenti, co-agenti e co-partecipanti nella realtà vissuta.

Nella cultura occidentale questo senso di comunione con gli altri esseri e gli eventi sembra essere scomparso, ma – al di là di ogni apparenza – continua a vivere dormiente all’interno di ognuno di noi, sempre pronto a risvegliarsi.

Per quanto Yijing sia comunemente visto (e proposto) come un metodo di “divinazione”, il suo uso come mantica diventa una semplice “funzione” nel momento in cui si osserva quello che Master Alfred Huang – maestro taoista e autore di un’accurata e profonda traduzione contemporanea del Yijing – chiama il “Dao del Yi, cioè l’osservazione del Dao (Tao) nei Gua (trigrammi ed esagrammi), nella mutazione all’interno delle Yao (le linee) e nella sequenza di esposizione.

Se il Dao è l’origine di tutto, Yi è il mutamento costantemente in esso presente. Vi è un mutamento ciclico – quindi prevedibile e intrinseco all’esistenza stessa – come quello delle età dell’uomo, della stagionalità, della natura e degli eventi (da cosa nasce cosa…), e un mutamento improvviso e inaspettato: il mutamento che crea “crisi”, confusione, smarrimento e paura, ma anche esaltazione, illusione e imprudenza… il cambiamento che ci chiede di prendere una “decisione” trasformativa.

È qui che l’Yijing assolve la sua funzione pratica: non di “divinare” – secondo l’idea comune di un’azione superstiziosa di irresponsabilità individuale, ma di “chiarire e portare all’attenzione” ciò che la persona non riesce a vedere nel suo temporaneo stato di crisi o confusione. I Gua (esagrammi) espongono la costituzione della situazione, la persona la osserva, la riconosce e poi decide. A tal proposito, Sun Zi (313-238 a.C.) disse:

Attieniti all’Yi e non ci sarà bisogno di alcuna divinazione.

Paola