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2. Significanti e significati

Salve a Tutti,

come sapete, la mia intenzione è di proporre, per quanto possibile, un’immersione nel Yijing alla scoperta del mondo in cui si struttura, si rivela e che svela.

Questo mondo è la realtà fenomenica che tutti viviamo più o meno consapevolmente. Trovo che l’immagine dell’iceberg possa dare una qualche idea del concetto: una parte minima emerge, una parte imponente è nascosta sotto la linea della superficie; è una montagna (solidità e pesantezza) di acqua dolce che si muove galleggiando (leggerezza) su un oceano (liquidità) di acqua salata. Le dualità di visibilità/invisibilità, pesantezza/leggerezza, solidità/liquidità e dolcezza/salinità ben rappresentano gli opposti/complementari. La Dualità è la genitrice del mondo umano e naturale.

Nel Yijing tutto rivela un continuo dispiegamento duale. Abbiamo i segni “interpretabili”, che sono le linee intera e spezzata, i trigrammi inferiore e superiore, e gli esagrammi che viaggiano in coppia, come anche è duale il loro essere delle tracce di segni su un piano. Poi, a contraltare, abbiamo i segni “leggibili”: gli ideogrammi cinesi e le lettere latine che compongono le parole che dovrebbero spiegare i segni interpretabili.

Vorrei che i segni interpretabili fossero i veri protagonisti di questa nostra lettura del Yijing, cioé che non sia la traduzione occidentale a essere letta e considerata in prima battuta ma le figure che emergono dalle linee e dagli ideogrammi. Questo ci riporta all’origine stessa della sua emersione: quella visione sciamanica che da fin troppo tempo abbiamo voluto dimenticare.

Non dobbiamo aspettarci di poter comprendere fin dalla prima occhiata ciò che sottintendono (e la loro espressione intellettuale sarà poi mediata dalla traduzione e spiegazione che seguirà, con i segni leggibili) ma il soffermarci qualche istante sulle conformazioni di esagrammi, trigrammi e linee, osservare le loro diversità, alternanze e posizioni, attiva in noi nuove connessioni cerebrali inesistenti fino a un attimo prima. Le parole sono in sé banali e rispecchiano il nostro quotidiano, soddisfano le nostre aspettative… sono delle “vecchie conformiste”. Le linee degli esagrammi sono invece “immagini nuove” e come tali possono stimolare una diversa percezione e profondità di attenzione.

“Per i Cinesi, ottenere una visione/intuizione (insight) dal I Ching è sia una tecnica quanto un’arte. Come tecnica si dovrebbero comprendere gli otto gua primari (trigrammi) e i sessantaquattro gua compiuti (esagrammi): significato dei nomi, simboli e strutture; come anche delle trecentottantaquattro yao (linee): posizioni, relazioni reciproche e significati. Si dovrebbero conoscere anche i principi di mutamento celati e la simbologia collegata al gua e alle yao. In quanto arte, si dovrebbe coltivare il senso intuitivo con lo studiare i simboli per comprendere la divinazione.” (MAH,1)*

INTERSEGNI vorrebbe integrare l’attenzione anche su ciò che può apparire con un’osservazione liberata e correttamente intuitiva del Yijing, così da far emergere e apprezzare il DAO del Yi.

“Il Dao di cui si può parlare non è l’eterno DAO.” (ASS, 2)*

Il termine DAO è pressoché intraducibile perché DAO è al di là di ogni immagine mentale, tuttavia talvolta “dao” è tradotto con via – strada – cammino. Per quanto, se non è possibile parlarne… perchè tradurlo?

Il termine Yi significa cambiamento – mutamento. Possiamo forse intendere che il DAO si esprime nel mutamento, o anche: la costante del mutamento o un costante mutamento.

“Il Tao del I rivela anche che quando le situazioni oltrepassano il loro estremo, si alternano nel loro opposto. È un promemoria ad accettare il cambiamento necessario ed essere pronti a trasformarsi, avvisando che ci si deve sforzare di adeguarsi al cambiamento secondo il momento e la situazione.” (MAH,1)*

Questo è l’insegnamento del Yijing, sessantaquattro esagrammi per illustrare la natura intrinseca della manifestazione: alternanza e instabilità.

L’alternanza è il movimento ciclico che la natura ci presenta: il ciclo circadiano, le fasi lunari, le stagioni, l’età dell’uomo; passaggi graduali da uno stato all’altro che, in alcuni casi, riprende nuovamente dal punto di partenza e in altri torna all’inizio ripercorrendo a ritroso il cammino precedente. Tutto cambia ma nulla è veramente nuovo, ed è prevedibile con qualche naturale differenza.

L’instabilità è dove il movimento progressivo viene interrotto e interviene l’imprevisto. Il cambiamento auspicato è disatteso… Sopraggiunge l’imponderabile e appare il caos, il disorientamento. Scoppia la crisi.

Del resto, quando ci si rivolge al Yijing? Quando si è in crisi, quando non si trova una risposta o se ne è insicuri, quando il passato e l’esperienza sembrano essere insufficienti a indicarci una direzione per il futuro o a prendere una decisione con fiducia. In breve, quando il cambiamento è ormai inevitabile e ci apriamo a un futuro potenziale.

Qui, l’idea di mutamento non si riferisce a un ritocco di facciata, un aggiustamento parziale, una variazione del tema; fa riferimento a una sorta di salto nel vuoto, analogo a quel Vuoto che viene chiamato Wuji: senza limite/polarità/differenziazione.

Senza polarità/differenziazione non solo perché è senza limite spaziale o temporale – non partecipando né dello spazio né del tempo, ma perché al suo interno esiste tutto in potenziale, senza identità/limite. DAO non “è” essendo sempre in stato di essere. La prima identità si origina come Taiji: suprema polarità, la dualità Yin-Yang.

Ponendo la domanda a Yijing, la persona crea uno spazio vuoto per accogliere una risposta che ancora non esiste nella manifestazione ma che è presente nel “potenziale”… oltre l’orizzonte del noto. Non per nulla, gli ultimi due esagrammi del Libro sono (63) Ji Ji e (64) Wei Ji. (63) Ji Ji–Già Compiuto non è la conclusione, ma ciò che la precede di un passo: infatti, l’ultimo gua è (64) Wei Ji–Non Ancora Compiuto. Un reale mutamento non prevede il mantenimento di uno stato precedente.

Questa è un’essenza del Yijing: il non compiuto, il perenne corso verso una compiutezza che immediatamente si disfa, come il bruco si disfa nel bozzolo per ricrearsi – completamente irriconoscibile – in farfalla.––

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